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Le nostre idee a confronto con le lavoratrici e i lavoratori

Sono bastati pochi giorni e, come prevedevamo, inizia a prendere corpo e consistenza tutta l’ambiguità del cosiddetto “Patto per il lavoro pubblico” siglato da cgil, cisl e uil con Brunetta. Che, portato a “casa” il risultato da lui auspicato, (è proprio il caso di dire così, dopo l’annuncio che la storica intesa era stata raggiunta nella sua residenza, tra un manicaretto e l’altro, cucinato generosamente con le proprie mani, e consumato con i segretari generali di cgil, cisl e uil, dando vita ad una nuova formula negoziale definibile dal “piatto al patto”) ha iniziato a enunciare nel dettaglio le sue proposte in materia di lavoro pubblico e di rinnovo dei contratti.

Piano straordinario di assunzioni per rafforzare gli organici delle Pubbliche amministrazioni dopo anni di blocco delle assunzioni? Non proprio, bensì l’assunzione mirata di specifiche professionalità, con contratti a tempo determinato, da scegliere come si fa con le “migliori ciliegie sugli alberi” (ancora una citazione gastronomica).

Verificheremo nei fatti queste affermazioni, ma la sensazione è che si voglia bypassare la questione della carenza di organici e privilegiare, invece, poche migliaia di assunzioni, a chiamata sostanzialmente diretta. Inoltre Brunetta ha chiarito che siccome ci sono tanti soldi per rinnovare i contratti (sic), queste risorse debbono essere indirizzate in gran parte su istituti da lui già proposti negli anni scorsi e che, in mancanza di un quadro organico e condiviso, sono miseramente falliti e, aggiungiamo noi, hanno aumentato divisioni, inefficienze e peggiorato il clima interno nelle Amministrazioni. Ci riferiamo in particolare al “bonus per le eccellenze” da lui rilanciato e alle somme da destinare genericamente ai progetti di innovazione. In buona sostanza gli 80 euro lordi medi a regime (50 euro netti) per Brunetta (e per chi ha avallato le sue proposte) non vanno in busta paga, ma buona parte di essi dovrebbero essere destinati solo a pochi, ai cosiddetti “eccellenti”, valutati dagli stessi che in questi anni hanno fatto fallire tutti i sistemi di valutazione nelle nostre Amministrazioni.

Niente sul nuovo ordinamento (le risorse aggiuntive non ci sono e si promette che verranno parzialmente inserite solo nella legge di bilancio 2022), e nessun dietrofront sulle norme penalizzanti in materia di diritti e tutela della salute (tassa sulla salute, permessi contingentati per visite mediche specialistiche e accertamenti diagnostici, etc).

Insomma il quadro di riferimento non è per niente rassicurante, e  per rimandare al mittente la cambiale in bianco firmata da cgil, cisl e uil a Brunetta, si rende quindi ancora più necessario un ampio confronto con le lavoratrici e i lavoratori per fare chiarezza sulla situazione, per definire insieme gli obiettivi e le rivendicazioni per il rinnovo di un Contratto, già scaduto da due anni, che non può essere la fotocopia di quello 2016/2018, assolutamente insufficiente nei contenuti, e confezionato con le medesime modalità del Patto a escludendum quella volta siglato da cgil, cisl e uil con Renzi (prima delle elezioni del 2018).

Consulteremo e ci confronteremo con  il personale sulle proposte che trovate riassunte nel volantino allegato, con assemblee di livello nazionale e territoriale che progressivamente interesseranno tutte le Amministrazioni  (il 26 marzo è in calendario quella per il Ministero dell’Interno e il 31 marzo quella per il Ministero della Cultura (ex Mibact ) e terremo il 24 marzo, sempre in videoconferenza, l’Attivo nazionale dei quadri e dei dirigenti FLP nazionali e territoriali. Per condividerle e approvarle insieme. Perché non è solo una questione di contenuti, ma anche di metodo. E pensare di predeterminare un rinnovo di contratto, tra quattro mura, e senza alcun reale mandato del personale, è qualcosa che grida vendetta.


La Segreteria Generale

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