INADEGUATE LE MISURE SUL LAVORO PUBBLICO

Le misure in materia di lavoro pubblico contenute nel disegno di legge di bilancio 2021 approvato dal Consiglio dei Ministri, e ora all’esame del Parlamento, non appaiono in grado di dare le risposte necessarie alle esigenze di modernizzazione e di efficienza che il Paese si attende.

Pur avendo apprezzato le dichiarazioni fatte nei mesi scorsi dal Presidente del Consiglio Conte e dal Ministro per la Pubblica Amministrazione Fabiana Dadone riguardo alla necessità di avere una pubblica amministrazione adeguata ad affrontare le sfide necessarie al rilancio del Paese, non si riscontra nella legge di bilancio una visione strategica complessiva atta a favorire il cambiamento e il rinnovamento della PA né le misure necessarie a garantire i necessari investimenti.

Non riscontriamo un disegno organico relativo alle nuove assunzioni per avviare quel reale e necessario cambiamento di tendenza rispetto ad un ventennio di sostanziale paralisi, che ha reso le nostre Amministrazioni non solo prive del necessario ricambio generazionale, ma anche in una condizione generale di drammatico sottorganico, non solo nel settore sanitario, ma anche nei settori e nelle professionalità più innovative e necessarie in una amministrazione moderna.

Pur comprendendo il difficile momento economico, non possiamo non rilevare il fatto che restano insufficienti gli investimenti necessari per dar corso al rinnovo dei contratti di lavoro, scaduti a fine 2018.

Investimenti necessari non solo per adeguare i salari dei dipendenti tra i più bassi a livello europeo, ma, in particolare, per realizzare una profonda riforma del sistema di classificazione e dell’ordinamento professionale, del sistema di formazione e riqualificazione del personale, degli sviluppi di carriera e della struttura dei salari.

E, soprattutto, mancano le modifiche normative necessarie a superare i vincoli alla contrattazione integrativa, ingessata dal punto di vista economico dai tagli di questi anni e dai tetti frapposti ai Fondi di Amministrazione, che impediscono di utilizzare risorse già nella disponibilità degli Enti nella direzione di un miglior riconoscimento della produttività, dell’accrescimento professionale, della formazione diffusa e continua.

Riteniamo che occorrano scelte efficaci e coraggiose nel campo dell’innovazione e della reinternalizzazione dei processi e delle attività, dell’adeguamento dei profili e dell’ordinamento professionale che, in mancanza della rimozione dei vincoli normativi, non sono praticabili ed esigibili a livello contrattuale in materia di progressioni economiche, passaggi tra le aree, diritto alla carriera.

Le Pubbliche Amministrazioni, in questa fase di grave emergenza, sono chiamate ad uno sforzo eccezionale per garantire servizi e prestazioni di qualità a cittadini e imprese, in molti casi aggiuntivi, e da rendere in tempi strettissimi.

Le risposte debbono quindi essere adeguate. Occorre riconoscere e incoraggiare le motivazioni di tante lavoratrici e lavoratori che con il loro impegno, in condizioni assolutamente complicate, hanno garantito in questi mesi il funzionamento della nostra macchina amministrativa, e non percorrere invece strade già viste, quelle delle iniziative spot, slegate da un disegno organico, adottate in ossequio a spinte corporative o a richieste di singoli centri di potere; quegli stessi che hanno portato ad un indebolimento non più tollerabile delle nostre Amministrazioni.

Nei giorni scorsi abbiamo formalizzato alla Ministra Dadone, in un apposito documento, le misure da noi ritenute necessarie per il rilancio del lavoro pubblico da adottare in sede di legge di Bilancio.

Su tali proposte chiediamo, nuovamente, che venga aperto un tavolo di confronto per apportare le necessarie modifiche al testo in discussione.

Porteremo le nostre proposte tra le lavoratrici e i lavoratori, seguiremo con attenzione i lavori parlamentari, anche mediante la predisposizione di specifici emendamenti e, in caso di mancate risposte promuoveremo specifiche e mirate iniziative a sostegno delle nostre rivendicazioni.

Perché la valorizzazione del lavoro pubblico e l’efficienza delle nostre amministrazioni è oggi più che mai una delle priorità del Paese per fornire servizi ai cittadini e alle imprese nella fase di rilancio.

E, soprattutto in questo momento storico, non possiamo farci trovare impreparati.

LA SEGRETERIA GENERALE

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