Legge di Bilancio, incontro Governo e Parti Sociali

Le proposte CSE per una manovra che non accresca le disuguaglianze e rafforzi il potere d’acquisto di lavoratori e pensionati, per una maggiore equità del carico fiscale


Fisco, pensioni, sanità e lavoro pubblico.

Sono questi i quattro temi che la CSE ha posto al centro del proprio intervento nell’incontro a Palazzo Chigi tra Governo e parti sociali sulla Legge di Bilancio, tenutosi ieri, 10 ottobre.

All’incontro, presieduto dal Sottosegretario alla Presidenza Mantovano, erano presenti il Ministro dell’Economia e delle Finanze Giorgetti, la Ministra del Lavoro Calderone, il Ministro dell’Istruzione Valditara, il Ministro per la Pubblica Amministrazione Zangrillo, il Viceministro delle Imprese e del Made in Italy Valentini, il Sottosegretario per il Sud Sbarra e, per il Ministero della Salute, il Capo di Gabinetto Mattei. Presenti anche Stefano Caldoro, Consigliere del Presidente del Consiglio per i rapporti con le parti sociali, il Capo di Gabinetto del Presidente del Consiglio Caputi, il Capo di Gabinetto del Sottosegretario Mantovano Guerzoni e il Vice Segretario Generale Saporito.

La CSE era rappresentata dal Segretario Generale, Marco Carlomagno, e dal Responsabile delle politiche contrattuali, Roberto Cefalo.

Si è trattato di un incontro che conferma la volontà dell’Esecutivo di confrontarsi con le parti sociali, e in particolare con tutte le confederazioni sindacali rappresentative del lavoro pubblico e privato, senza pregiudiziali di sorta.

La prossima manovra dovrebbe attestarsi su circa 16 miliardi di euro di spesa e, alla luce di una previsione di crescita del PIL pari allo 0,1%, non potrà imprimere una grande spinta all’economia.
Ciononostante, come CSE abbiamo formulato proposte puntuali e linee di azione che, a nostro avviso, devono far parte della Legge di Bilancio 2026.

Fisco

Abbiamo ribadito un paradosso tutto italiano: oltre 100 miliardi di euro l’anno, “certificati”, tra evasione ed elusione fiscale costringono lavoratori dipendenti e pensionati a sostenere oltre l’80% del gettito. Chiediamo una vera lotta all’evasione e all’elusione, l’abbandono della strada dei condoni — che premia i furbi e penalizza gli onesti — e la prosecuzione decisa della detassazione del salario di produttività, degli straordinari, della tredicesima e degli incrementi derivanti dai rinnovi contrattuali.

Apprezziamo la proposta di elevare a 10 euro la soglia di detassazione dei buoni pasto; perché la misura sia efficace nel lavoro pubblico occorre, però, aumentare contestualmente anche il tetto massimo dei buoni, oggi limitato per legge a 7 euro.

Auspichiamo, infine, che sul fisco si lavori per una riforma organica in coerenza con i principi costituzionali di progressività ed equità.

Pensioni
Le misure ipotizzabili in manovra appaiono parziali e di carattere transitorio, in attesa di una riforma complessiva. L’eventuale aumento di tre mesi dell’età pensionabile e dei requisiti contributivi per l’anticipo, secondo le ultime notizie, aggraverebbe ulteriormente le condizioni di uscita dal lavoro, proseguendo una tendenza già in atto negli ultimi anni: su questo siamo fortemente contrari.

L’utilizzo del TFR accantonato per compensare la mancata contribuzione non garantisce un’adeguata flessibilità in uscita.

In sintesi, la combinazione tra scarsa flessibilità delle uscite, minore tutela del potere d’acquisto delle pensioni in essere e la vergogna del trattenimento indebito del TFS dei lavoratori pubblici configura — se tutte queste scelte fossero confermate — una proposta per noi del tutto inaccettabile.

Sanità
Abbiamo chiesto maggiori risorse e un miglior utilizzo di quelle disponibili; la valorizzazione dei professionisti socio-sanitari; il rafforzamento dell’offerta pubblica per ridurre il ricorso al privato; l’innalzamento della soglia di esenzione dal ticket per reddito familiare, ferma da vent’anni a 36.000 euro lordi annui.

Lavoro pubblico

Pur apprezzando gli stanziamenti per i rinnovi contrattuali 2025–2027, chiediamo di predisporre contestualmente tutti gli atti necessari per l’avvio delle trattative in ARAN, a partire dai settori che hanno già concluso la tornata 2022–2024.

Occorre intervenire da subito su vari profili per assicurare rinnovi contrattuali adeguati: detassazione del salario accessorio, degli straordinari, delle tredicesime e dei benefici connessi ai rinnovi; superamento dei tetti 2016 dei Fondi destinati alla contrattazione integrativa; misure per rendere pienamente esigibile l’area delle elevate professionalità; rafforzamento di amministrazioni chiave — come il Ministero della Giustizia — attraverso la stabilizzazione del personale PNRR, l’adeguamento di organici oggi insufficienti e l’incremento del FRD, attualmente sottodimensionato.

Misure immediate devono riguardare anche l’Agenzia delle Entrate e l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, interessate da una riforma attesa da anni e ora in attuazione, che senza risorse aggiuntive dedicate al riconoscimento delle nuove posizioni organizzative e di responsabilità non potrà risultare davvero efficace e funzionale.

Va proseguito, inoltre, il percorso di ripresa delle politiche assunzionali, che deve interessare tutte le amministrazioni, da tempo alle prese con gravi e strutturali carenze di organico.

Le repliche del Governo

Nel corso delle repliche, il Ministro dell’Economia e delle Finanze Giorgetti, rispondendo al nostro intervento, ha confermato l’impegno del Governo a individuare in tempi rapidi soluzioni adeguate per superare il pagamento differito del TFS dei dipendenti pubblici, già censurato dalla Corte costituzionale e oggetto, in questi mesi, di una forte iniziativa della CSE — insieme ad altre Confederazioni — che ha coinvolto anche i due rami del Parlamento. È attualmente in discussione un disegno di legge (DDL) sostenuto da parlamentari sia di maggioranza sia di opposizione.

Sulla possibile nuova “rottamazione” delle cartelle, il Ministro ha precisato che, “se decisa, si limiterebbe alla rateazione del debito con gli interessi, escludendo l’azzeramento, e ha condiviso l’idea che non si possa proseguire all’infinito su questa strada. Vedremo se a tali affermazioni seguiranno azioni concrete.

Il Ministro Zangrillo ha confermato la volontà di aprire al più presto il negoziato per i contratti 2025–2027 e di ricercare le condizioni per soluzioni alle questioni che la CSE ha rappresentato con chiarezza.

È evidente che siamo solo all’inizio del lungo iter di approvazione della Legge di Bilancio; nei prossimi due mesi la nostra iniziativa dovrà dispiegarsi affinché si producano effetti sostanziali, oggi solo annunciati.

Per la CSE è necessario rafforzare le misure di sostegno, costruendo una visione di sviluppo che privilegi la crescita, la ripartenza dell’economia, l’innovazione tecnologica e il valore del lavoro.
Servono dunque ulteriori risorse rispetto a quelle previste, da reperire aumentando la tassazione sulle speculazioni e sugli extraprofitti, utilizzando appieno tutti i fondi europei e portando a compimento i piani del PNRR.

Alleghiamo al notiziario il documento consegnato a inizio riunione, che riassume — seppur sinteticamente e non in modo esaustivo — alcune delle questioni poste, e che sarà integrato nel corso del dibattito parlamentare che seguirà la presentazione del disegno di legge di bilancio da parte del Governo.

La Segreteria Generale CSE

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