Operativa da Marzo la prima parte della riforma fiscale con accorpamento delle prime due aliquote IRPEF al 23%

Solo 100 euro lordi all’anno in più per le pensioni fino a ventimila euro.

Nei cedolini di questo mese, la gran parte dei pensionati troverà un piccolo aumento dovuto all’adeguamento del proprio assegno (e anche gli arretrati di gennaio e febbraio), per effetto dell’unificazione dei primi due scaglioni IRPEF, prevista dal comma 1 dell’art. 1 del Decreto Leg.vo n. 216/2023, attuativo della Legge delega n. 111/2023 avente per oggetto la riforma dell’IRPEF. La predetta norma prevede, infatti, l’accorpamento delle prime due aliquote IRPEF al 23% per tutti i redditi, compresi quelli da pensione, fino a 28mila euro lordi annui (sino al 2023, per i redditi da 15mila a 28mila euro, l’aliquota è stata pari al 25%), e per questa strada anche i contribuenti pensionati beneficiano di qualche euro in più nei loro cedolini mensili (circa 100 euro lordi all’anno per un reddito di 20mila euro annui). Nulla cambia invece per i redditi da pensione tra 28.000 e 50.000 euro lordi annui (aliquota al 35%) e per quelli oltre i 50.000 euro (aliquota IRPEF al 43%).
L’accorpamento delle due prime aliquote produrrà un risparmio nelle imposte nei termini seguenti: € 60 circa in meno all’anno per i pensionati con reddito fino a 15mila euro; € 100 circa in meno per pensioni fino a 20mila euro; infine, un beneficio fisso pari a € 260 l’anno per i pensionati i cui redditi si attestano al di sopra della soglia dei 28mila euro annui. Per i redditi sopra i 50mila euro, nell’anno 2024 – e dunque con riferimento alla dichiarazione redditi 2025 – ci sarà una franchigia delle detrazioni pari a 260 euro.
A seguire, potrebbero scattare aumenti d’imposta dovuti all’aggiornamento delle addizionali comunali; anche le aliquote regionali dovranno adeguarsi alla riforma IRPEF, e le Regioni avranno tempo fino al 15 aprile 2024 per deliberarle e renderle poi operative.
La misura in questione costerà complessivamente alle casse pubbliche tra i 3 e i 4 miliardi, ma, al pari della riduzione del cuneo contributivo per i lavoratori confermato per l’anno in corso, anche questa operazione risulta finanziata solo per il 2024, ma verosimilmente sarà prorogata, motivo per il quale dunque, negli anni a venire e in primis a partire dal 2025, sarà necessario reperire le risorse utili a rifinanziarla ulteriormente.
Con l’occasione, diamo conto agli interessati di due news INPS:
• APE SOCIAL: con circolare n. 35 del 20.02.2024, l’Istituto previdenziale ha fornito istruzioni in merito ai requisiti per accedere ad APE Social 2024 (servono 63 anni e 5 mesi d’età e non si potrà più cumulare l’APE Sociale con i redditi da lavoro dipendente/autonomo tranne il lavoro occasionale fino a 5mila € lordi annui).
La circolare reca anche il calendario delle domande per la certificazione del diritto (prima scadenza 31 mar);
• PENSIONE ANTICIPATA LAVORI USURANTI: con messaggio n. 832 del 23.02.2024, l’Istituto previdenziale ha fornito istruzioni per la presentazione delle domande (che vanno prodotte entro e non oltre il 1° maggio 2024) per il riconoscimento dello svolgimento di lavori particolarmente faticosi e pesanti, con riferimento ai requisiti previsti dalla legge di bilancio per accedere nell’anno 2025 alla pensione agevolata (servono 61 anni e 7 mesi di età + 35 anni di contributi – c.d. “quota 97,6”- da maturarsi dal 1° gen. al 31 dic. 2025.
Sia la circolare che il messaggio INPS possono essere reperiti e scaricati direttamente dal sito INPS.
Ad ogni buon conto, per i requisiti 2024 di entrambe le predette tipologie di pensione, rinviamo a quanto già detto all’interno del nostro precedente Notiziario n. 2 del 29 gennaio 2024.


IL Coordinamento Nazionale CSE FLP Pensionati

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