PARTE IN SALITA LA TRATTATIVA PER IL RINNOVO DEL CCNL DELLE FUNZIONI CENTRALI

Si è da poco conclusa la riunione in Aran di apertura del negoziato per il rinnovo del CCNL 2019/2021.

Nonostante la nostra ferma volontà di definire al più presto il contratto, scaduto ormai da quasi due anni e mezzo, gli ostacoli che al momento si frappongono per la stipula di un buon contratto sono purtroppo tanti.

Le risorse stanziate per il triennio sono insufficienti per il coprire un vuoto di più di dieci anni, non colmato certamente dal CCNL 2016/2018, non solo pessimo dal punto di vista normativo e ordinamentale, ma del tutto inadeguato dal punto di vista economico.

A questo si aggiungono i contenuti dell’Atto di indirizzo all’Aran, emanato nei giorni scorsi dal Governo per dettare i limiti e i vincoli al negoziato, che chiude sostanzialmente su tutte le richieste sindacali, riconfermando e riproponendo limiti e vincoli normativi oggi vigenti in materia di disconoscimento del diritto alla carriera, di blocco dei Fondi per la contrattazione integrativa, di negazione del sistema di partecipazione sindacale, con la sottrazione alla contrattazione di istituti importanti e decisivi per l’innovazione e la qualità del lavoro, come quelli relativi all’orario e all’organizzazione del lavoro, impedendo il superamento dell’inaccettabile tassa sulla malattia, oggi ancora più odiosa con l’emergenza pandemica in atto, e la cancellazione delle norme punitive vigenti sul diritto alla salute e alla prevenzione.

Sull’ordinamento professionale, che è uno dei punti chiave del nuovo contratto, la situazione non si prospetta migliore. Vi è di fatto la previsione di un ulteriore rinvio, non essendo previste risorse aggiuntive, che all’attualità vengono rimandate all’esiguo stanziamento previsto nel DEF per il 2022, e quindi al di fuori della vigenza contrattuale.

Così come la regolamentazione pattizia del lavoro agile rischia di essere un puro esercizio di facciata, visto il dietro-front del Ministro Brunetta sul lavoro agile a regime, depotenziato e marginalizzato con il Decreto Legge approvato oggi dal Governo.

Insomma l’opposto di quello che serve per dotare il personale e le nostre Amministrazioni di uno strumento efficace e condiviso per accettare e vincere le sfide dell’innovazione, della modernizzazione e dell’efficienza, in un momento in cui si chiede alla PA il massimo sforzo per definire e attuare il PNRR.

Un quadro assolutamente inaccettabile, frutto del famigerato Patto per il lavoro pubblico siglato a Palazzo Chigi da CGIL CISL e UIL, più volte richiamato nell’Atto di Indirizzo addirittura come ispiratore dei suoi contenuti, che complica non poco il confronto in sede Aran, perché è di tutta evidenza che come FLP non potremmo mai condividere un rinnovo di contratto al ribasso, che sia la fotocopia, nel metodo e nel merito, di quello impresentabile del triennio 2016/2018.

La FLP, nel ribadire oggi queste posizioni al tavolo negoziale, è entrata da subito nel vivo delle questioni, per evitare che la riunione si limitasse ad un mero pronunciamento di dichiarazioni di intenti generici, come avvenuto nelle dichiarazioni di gran parte delle altre Organizzazioni sindacali, quasi come se non ci trovassimo già di fronte ad un quadro delineato, su cui era necessario, invece, pronunciarsi con immediatezza e nettezza.

Abbiamo rappresentato che non ci sottrarremo ovviamente al confronto, ma da subito continueremo ad incalzare il Governo, per l’adozione delle iniziative normative necessarie a rimuovere gli ostacoli oggi presenti in termini di superamento del tetto ai fondi di Amministrazione, di eliminazione dei vincoli sui passaggi tra le aree, di riassegnazione alla contrattazione degli istituti di partecipazione sull’organizzazione del lavoro, cosi come faremo con l’Aran, per riscrivere molti degli istituti contrattuali, a partire dalla struttura dello stipendio, per la perequazione delle retribuzioni, per l’individuazione delle nuove aree di inquadramento del personale e della norma di prima applicazione necessaria a dare una risposta ai fenomeni di mansionismo e sottoinquadramento presenti oggi in tutte e tre le aree, per il pieno riconoscimento del diritto alla salute e le tutele del personale fragile.

L’Aran, al termine della riunione, ha preannunciato una prossima convocazione, non ancora calendarizzata, per incominciare a definire un calendario di incontri sulle singole materie del contratto.

Nel frattempo, come FLP, continueremo a svolgere in tutte le Amministrazioni del comparto le Assemblee in videoconferenza del personale, per rappresentare le situazioni in campo, le nostre proposte e gli ostacoli che si frappongono alla definizione di quel buon contratto di lavoro che le lavoratrici ed i lavoratori si aspettano e si meritano.

 

 

                                                                                                                 LA SEGRETERIA GENERALE

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