La CSE chiede una modifica della norma e scrive alla Ministra Dadone per sollecitare chiarimenti operativi che scongiurino le fughe in avanti e i comportamenti pericolosi delle amministrazioni

Come è noto nei giorni scorsi la Confederazione CSE, unitamente alle altre confederazioni, ha sottoscritto con la Ministra per la Pubblica Amministrazione un nuovo Protocollo sicurezza per definire congiuntamente tutte le misure idonee a garantire un graduale riavvio delle attività in presenza, garantendo la massima sicurezza alle lavoratrici, ai lavoratori e ai cittadini che frequentano gli Uffici pubblici.

Le misure del Protocollo coesistono con il nuovo quadro normativo delineato dalla conversione in legge del Decreto rilancio che all’art. 263 detta nuove misure in materia di lavoro agile, sia nella fase transitoria fino al 31 dicembre 2020, che a regime.

Ma è proprio tale norma che nella sua applicazione sta creando numerose difficoltà interpretative, per la sua oggettiva formulazione contradditoria che sta portando a pericolose fughe in avanti in numerose amministrazioni.

Comportamenti e azioni che non tengono conto della situazione sanitaria ancora critica, in particolare a livello internazionale, e che non è questo certamente il momento di prevedere rientri del personale in forma generalizzata, vanificando tra l’altro l’esperienza di questi mesi che ha dimostrato come il lavoro agile, seppure emergenziale, sia una formidabile occasione per innovare i processi, garantire i servizi a cittadini e imprese, conciliare i tempi vita lavoro, tutelare la sicurezza e la salute pubblica.

Che la situazione necessiti ancora di una particolare attenzione lo dimostra la proroga di queste ore dello stato di emergenza nazionale fino al 15 ottobre 2020.

Ecco il perché la Confederazione CSE nella giornata di ieri ha inviato una nota alla Ministra Dadone – allegata al presente notiziario – nella quale, oltre a sollecitare una modifica normativa da apportare al più presto con uno dei decreti di prossima emanazione, chiede di diramare da subito opportune istruzioni che, seppure all’interno del quadro normativo vigente, superino le interpretazioni restrittive, punitive e pericolose di queste ore, e garantiscano il pieno rispetto dei contenuti del Protocollo sottoscritto.

la Segreteria Generale FLP

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