Rientri negli uffici pubblici

Tutelare la sicurezza sui posti di lavoro e non disperdere l’esperienza del lavoro agile

“Innanzitutto contestiamo la retorica e la demagogia che c’è dietro le affermazioni di Brunetta sul rientro negli Uffici Pubblici a partire dal 15 di ottobre, come se fino ad oggi le Amministrazioni non avessero continuato ad operare pienamente ed efficacemente nella lunga fase di lockdown e già da tempo l’attività in presenza negli Uffici non fosse ormai un dato acquisito”, afferma Marco Carlomagno, Segretario Generale della FLP, nel commentare lo schema di DM e le linee guida sulla verifica del green pass obbligatorio negli Uffici circolate in queste ore.

“Non è pensabile che in una fase così importante per la ripresa del Paese, nella quale le lavoratrici ed i lavoratori delle Pubbliche Amministrazioni sono chiamati a svolgere un ruolo decisivo per l’attuazione dei piani del PNRR, si riprenda, da parte proprio del Ministro per la Pubblica Amministrazione, una campagna di sostanziale disconoscimento del lavoro svolto, amplificando strumentalmente presunti arretrati e disfunzioni, facendo passare per lavativi le centinaia di migliaia di lavoratori che non solo hanno utilizzato le proprie dotazioni informatiche e affrontato di tasca propria i costi del lavoro agile da remoto, ma si sono resi disponibili anche al di fuori dell’orario di lavoro per assolvere con dignità il loro ruolo al servizio del Paese”, continua Carlomagno.

“Non permetteremo però che una visione anacronistica e medioevale del lavoro pubblico interrompa i processi di innovazione, di digitalizzazione e di modernizzazione dei processi e metta a rischio la sicurezza sui posti di lavoro, in una situazione che comunque è caratterizzata ancora da un elevato rischio epidemiologico come dimostrato dal mantenimento dello stato di emergenza sino al 31 dicembre 2021.

Ecco perché abbiamo scritto al CTS (Comitato Tecnico per la Sicurezza) e alla Conferenza Unificata, che debbono esprimere in queste ore il prescritto parere sullo schema di DM “rientri”, chiedendo sostanziali modifiche, a partire dall’obbligo per le Amministrazioni di applicare e implementare, d’intesa con le rappresentanze sindacali, i Protocolli sicurezza, con riferimento alla logistica e alla capienza delle strutture, alle criticità derivanti dall’afflusso degli utenti a cui non è richiesto il green pass, alla rimodulazione degli orari di lavoro.

Ribadendo che le modalità di rientro e dei giorni in presenza debbono essere direttamente correlati al rispetto di queste garanzie e chiedendo finalmente l’attuazione di un adeguato piano di rafforzamento del trasporto pubblico per evitare l’eccessivo affollamento degli stessi e l’impazzimento del traffico nei grandi centri urbani.

Auspichiamo che le nostre valutazioni possano trovare ascolto e che sia il CTS che la Conferenza Unificata facciano proprie le nostre considerazioni” conclude Carlomagno. “Nel caso ciò non avvenga diffideremo comunque le singole Amministrazioni a dare attuazione ai contenuti del DM in mancanza della prevista contrattazione dei Protocolli di sicurezza, così come chiederemo di prevedere, in questa fase e fino al 31 dicembre 2021, le modalità semplificate per l’accesso lavoro agile come previsto dall’art. 263 della legge 77/2020, che un DM pasticciato non può certo disapplicare.”


Roma, 6 ottobre 2021

L’Ufficio stampa

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